Maledetti architetti. Dal Bauhaus a casa nostra

Riferimento: 9781100371887

Editore: Bompiani
Autore: Tom Wolfe
In commercio dal: 1982
Pagine: 136 p., Book
EAN: 9781100371887
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Descrizione

Cinquant'anni di scatoloni di cristallo: è questo, in poche parole, il bilancio dell'irriverente carrellata di Tom Wolfe sull'architettura d'avanguardia. Pamphlet brillante e provocatorio, che negli Stati Uniti ha suscitato polemiche e vivaci discussioni, Maledetti architetti lamenta la progressiva inabitabilità delle nostre case e delle nostre città. I principali imputati sono Gropius, il celebre architetto tedesco che fondò il Bauhaus, e Le Corbusier, massimo teorico del razionalismo. Sbarcati negli Stati Uniti alla testa delle loro conventicole di iniziati, i più grandi architetti europei esercitarono sugli americani un vero e proprio colonialismo intellettuale. L'Empire State Building e il Crysler Building., i più celebri grattacieli newyorkesi, parvero ridicoli, con i loro addobbi da alberi di Natale; la nuova moda mise in ombra anche Frank Lloyd Wright, che fino ad allora era considerato il profeta di un'architettura americana originale. Nacque l'International Style che ispirò decine di palazzi di vetro, cemento e ferro, pressochè identici, dai tetti piatti in nome di un funzionalismo tutto ideologico, privi di colore e di linee curve. Lo stile architettonico austero, inizialmente concepito per l'edilizia popolare in un'Europa sconvolta dalla Grande Guerra, divenne dominante nel paese più ricco del mondo, soffocando l'espressione dell'esuberanza e della vitalità americane. Ora la gente in quegli edifici tristi e scomodi non vuole più abitare, e gli stessi architetti dichiarano sgomenti che l'architettura moderna è esausta. Ma la reazione è secondo Wolfe troppo timida, e le soluzioni proposte dall'architettura postmoderna si limitano a riflettere e deformare i fantasmi degli anni trenta: "Nuovi scatoloni di cristallo rivestiti di lastre specchianti in modo da riflettere gli edifici vicini, anch'essi scatoloni di cristallo, e distorcere così quelle noiose linee rette, facendole sembrare curve".