Due ruote, una sella e il motore che canta

È la storia di un motociclista, Davide, raccontata attraverso le sue passioni: per Flora, la moglie amica e quello per le motociclette. I primi fotogrammi ce lo presentano ancora bambino, nella metà degli anni '50 mentre osserva il padre nel rito di accensione della sua Bianchina e sarà durante le uscite col papà, che nascerà un amore sconfinato per questa due ruote e un po' di ferro. Flora, ex compagna di classe, oltre che moglie è amica sincera, leale, un formidabile contenitore di valori, in poche parole, le stesse pagine della sua vita. Palcoscenico il mondo delle motociclette e frammenti della sua storia degli ultimi cinquant'anni con, in primis, altro quadro di importante rilevanza, l'Ulisse, un grande cascinale in mattoni rossi, disposto in quadrilatero, nella campagna pavese. Un volta era tempio dell'agricoltura, ora è una specie di isola che non c'è dei motociclisti. La metamorfosi prende l'avvio sul finire degli anni '50, da quando Pinuccio, adolescente, emigrato dalla Basilicata al seguito dei genitori, trova lavoro in città presso un'officina di moto riparazioni. Nel racconto non c'è spazio per personaggi davvero principali, la storia di Davide si intreccia a quella di altri, che nascono in tempi e luoghi lontani tra loro ma che si incontrano, intersecandosi alla sua, per poi allontanarsi e ritrovarsi ma sempre ruotando attorno alla medesima passione.